Il premio Nobel per la medicina 2019 è stato assegnato a Kaelin, Ratcliffe e Semenza che hanno scoperto il meccanismo molecolare che, all’interno delle cellule, regola l’attività dei geni in risposta al variare dei livelli di ossigeno. L’ossigeno è l’elemento fondamentale alla base di processi fisiologici primari come convertire cibo in energia, lo sviluppo embrionale, le difese immunitarie.

Combinando ozono e ossigeno e nutrendo così le nostre cellule con ossigeno triatomico, possiamo creare un ambiente alcalino nel nostro corpo che stimola le difese immunitarie; pertanto con l’ossigeno ozonoterapia possiamo non solo preservare il nostro benessere e la nostra salute, ma anche combattere e prevenire patologie degenerative estremamente invalidanti.

PREVENZIONE CON L’OSSIGENO OZONOTERAPIA PER STARE BENE E PER STARE MEGLIO

Una conseguenza della crescita della popolazione anziana è l’aumento del numero di persone con patologie legate all’invecchiamento. Caratterizzare gli stadi iniziali, in particolare una condizione di deterioramento precoce definita fragilità cognitiva, è un processo necessario per identificare uno step in cui è ancora possibile intervenire a livello terapeutico per evitare l’eventuale neurodegenerazione.

L’IRCCS-Istituto Centro San Giovanni di Dio-Fatebenefratelli, Brescia è stato vincitore di un progetto di ricerca finanziato interamente dal Ministero della Salute, sulla cura di soggetti fragili cognitivi con Ossigeno-Ozono terapia, dal titolo: “Fragilità cognitiva e terapia dell’ossigeno-ozono: un approccio integrato per l’identificazione di marcatori biologici e neuropsicologici”. Questo progetto permetterà non solo di confermare/chiarire i meccanismi molecolari su cui agisce l’ozono e di identificare potenziali/nuovi target terapeutici per la cura di questi soggetti, ma anche di validare un nuovo approccio terapeutico non farmacologico per questa complessa condizione geriatrica.

PREVENZIONE CON L’OSSIGENO OZONOTERAPIA PER STARE BENE E PER STARE MEGLIO

Una conseguenza della crescita della popolazione anziana è l’aumento del numero di persone con patologie legate all’invecchiamento. Caratterizzare gli stadi iniziali, in particolare una condizione di deterioramento precoce definita fragilità cognitiva, è un processo necessario per identificare uno step in cui è ancora possibile intervenire a livello terapeutico per evitare l’eventuale neurodegenerazione.

L’IRCCS-Istituto Centro San Giovanni di Dio-Fatebenefratelli, Brescia è stato vincitore di un progetto di ricerca finanziato interamente dal Ministero della Salute, sulla cura di soggetti fragili cognitivi con Ossigeno-Ozono terapia, dal titolo: “Fragilità cognitiva e terapia dell’ossigeno-ozono: un approccio integrato per l’identificazione di marcatori biologici e neuropsicologici”. Questo progetto permetterà non solo di confermare/chiarire i meccanismi molecolari su cui agisce l’ozono e di identificare potenziali/nuovi target terapeutici per la cura di questi soggetti, ma anche di validare un nuovo approccio terapeutico non farmacologico per questa complessa condizione geriatrica.

PREVENZIONE CON L’OSSIGENO OZONOTERAPIA PER STARE BENE E PER STARE MEGLIO

Una conseguenza della crescita della popolazione anziana è l’aumento del numero di persone con patologie legate all’invecchiamento. Caratterizzare gli stadi iniziali, in particolare una condizione di deterioramento precoce definita fragilità cognitiva, è un processo necessario per identificare uno step in cui è ancora possibile intervenire a livello terapeutico per evitare l’eventuale neurodegenerazione.

L’IRCCS-Istituto Centro San Giovanni di Dio-Fatebenefratelli, Brescia è stato vincitore di un progetto di ricerca finanziato interamente dal Ministero della Salute, sulla cura di soggetti fragili cognitivi con Ossigeno-Ozono terapia, dal titolo: “Fragilità cognitiva e terapia dell’ossigeno-ozono: un approccio integrato per l’identificazione di marcatori biologici e neuropsicologici”. Questo progetto permetterà non solo di confermare/chiarire i meccanismi molecolari su cui agisce l’ozono e di identificare potenziali/nuovi target terapeutici per la cura di questi soggetti, ma anche di validare un nuovo approccio terapeutico non farmacologico per questa complessa condizione geriatrica.